“Ciò che viene compromesso è il senso del proprio benessere emotivo. All’improvviso si percepisce che qualcosa non va, si avverte disagio, si soffre spesso senza comprendere il motivo”.

Non è facile individuare le componenti che sostengono la motivazione alla richiesta di aiuto psicologico. Generalmente esiste un margine di tempo abbastanza importante tra l’emergenza di un certo disagio e il momento in cui il paziente decide di apprestarsi ad iniziare un percorso psicologico.
Esiste tuttora una certa resistenza socio-culturale nell’ammettere di avere bisogno di aiuto, che però si è ridimensionato rispetto al passato.
Riconoscere di “avere bisogno di aiuto e sostegno”comporta spesso l’elaborazione di uno stato di fragilità personale: il soggetto percepisce di non riuscire a farcela con le proprie forze, talvolta si vergogna e sente in colpa perché ritiene di non avere abbastanza risorse nell’affrontare il proprio disagio psicologico.
Da qui, di conseguenza, ne derivano spesso stati di ansia e depressione, senso di inadeguatezza, rabbia.

Talvolta può accadere che la persona arrivi al bisogno di chiedere aiuto sull’onda di un momento critico della propria vita: una crisi relazionale, l’insorgenza di un sintomo, difficoltà lavorative o altro. Generalmente, in tali casi, la richiesta volta al professionista è di essere liberati quanto prima dalla “causa del disturbo” per poter riprendere in mano la propria vita.
In tutto ciò, una parte significativa svolta dal terapeuta riguarda la riformulazione della richiesta di aiuto, laddove diviene importante svelare insieme al paziente gli aspetti personali apparentemente privi di una reale focalizzazione sul problema e non sempre direttamente evidenti circa il disagio riportato in terapia.
La chiarezza di tutto quello che un trattamento implica risulta importante per stabilire “la compliance”, ovvero l’iniziale adesione del paziente al percorso psicologico.

In definitiva, il momento dell’incontro con il paziente dovrebbe essere letto e vissuto come uno spazio di interazione e accoglienza tra chi è portatore del disagio e chi se lo prende in carico. La dimensione affettivo-relazionale rappresenta uno dei fattori significativi che andranno ad interferire sulla fedeltà del paziente al trattamento terapeutico e sugli obiettivi che lo stesso intende raggiungere.
Pertanto si tratta di sottolineare l’importanza dell’alleanza terapeutica nella definizione della buona riuscita di un percorso psicologico.